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60 PARTE SECONDA CL. I.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'aes grave del Museo Kircheriano.djvu{{padleft:76|3|0]]potuto mettere in veduta degli studiosi i quinipondj, che appartengono alle serie di questa prima classe. Il tempo non ci è finora bastato a raccogliere, studiare ed ordinare a’ luoghi loro questi ornamenti nobilissimi della primitiva numismatica de’ nostri italiani. Il desiderio de’ dotti, che per questo solo avviso crediamo che voglia raddoppiarsi, speriamo che non rimarrà a lungo defraudato. I particolari raccoglitori quanto più presto si compiaceranno di farci conoscere ciò che in questa parte posseggono, tanto più sollecita sarà la publicazione d’una nostra appendice intorno ad essi.

TAVOLA IX.


Che questa serie si componga delle sei monete qui disegnate, non v’è luogo a dubitarne. L’asse che le sta a capo, porta scolpita la testa d’Apollo nel diritto egualmente che nel rovescio. Dunque per analogia alle serie delle Tavole IV. e V., tutte le sei monete, di cui questa serie debbe comporsi, convien che abbiano un’impronta ripetuta. Vero è che i latini incatenano le sei monete della Tavola V. coll’anello della clava, e con ciò ne indicano accertatamente il legamento delle sei della Tavola IV.: laddove le svariate impronte di queste sei mancano d’ogni picciol simbolo che tra loro le annodi. Ma a quell’indizio materiale si possono sostituire ragioni molto solide ed efficaci, quali sarebbono la identità del peso e dello stile; la maniera del fondere; la eguale facilità di rinvenirle; il non trovare tra le monete di questo genere neppur una coll’impronta del diritto ripetuta nel rovescio. Discorriamo di queste ragioni risalendo dalP ultima alla prima.

Nella insigne varietà e ricchezza dellaes grave di questo museo non, trovavamo più che dicianove monete effigiate con queste imagini e simboli raddoppiati. Le tredici si richiamavan tra loro in quel giusto conserto, che si è veduto nella prima e seconda serie latina: le sei si rimanevano a creare una nuova serie, ed a predicarci una nuova officina e un nuovo popolo, come qui si vede. Guardando al numero loro rispettivo, le trovammo in sì giusta proporzione riunite, che in poco d’ora otto e anche dieci serie tra d’ottima e di buona conservazione ne adunammo. La maniera del fondere e la qualità del metallo eguale è in tutte. Non parliam dello stile, del quale ogni occhio intelligente vogliamo che qui sia giudice. Finalmente il peso le metteva tra loro in sì buon accordo, che migliore desiderar non si potrebbe dalla incertezza della fusione. Ordinata con queste regole la nostra serie ci volgemmo a cercarne la patria e l’autore.

La tavola XII. delle monete coniate ci presenta l’Apollo che è nell’asse di questa serie sotto i numeri 4., 4. A., 5., 16. e fors’anche sotto il numero 18.; ma quivi l’Apollo in luogo d’essere in compagnia di se medesimo truovasi unito al cavallo de’ rutuli. Il Pegaso de’ semissi vedesi al numero 7, ma congiunto all’Ercole latino. Il busto di cavallo de’ trienti s’accompagna

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