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RAGIONAMENTO | 77 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'aes grave del Museo Kircheriano.djvu{{padleft:93|3|0]]Per quanto sia scarsa la moneta tudertina della prima età, pur tuttavia e dagli assi che si conoscono e dalle parti minori senza pericolo di errore si può stabilire , che il suo peso massimo è maggiore delle sett’oncie, anzi forse non minore delle ott’oncie romane antiche. A questo peso mai non discendono le monete della prima nostra classe, né mai salgono tant’alto quelle della terza.
Ma più che il peso, la scrittura, che rispetto all’aes grave comparisce forse la prima volta su la moneta di Todi costituisce il vero carattere per cui la moneta della prima classe distinguesi da quella della seconda. Amendue questi argomenti, peso e scrittura, ne dimostrano, che i tudertini vennero secondi nell’uso dell’aes grave italico. Se si fossero appropriati questo modo di commercio appena era stato rinvenuto tra’ cistiberini, l’avrebbon forse mantenuto in quel peso medesimo che avea in questa provincia, colla quale per la molta vicinanza doveano pur avere una qualche relazione di traffico. Né forse in que’ primi anni l’avrebbono arricchito di quell’utilissimo ritrovamento che è l’epigrafe, che eglino i primi seppero aggiungere all’arte cistiberina.
Oltrediciò l’Umbria, in cui Todi è posta, ha avuti dalla natura confini certi, per i quali riman divisa dalla provincia cistiberina e dalla etrusca. Aggiungansi altre città umbre, che ci mostravano aes grave tutto proprio: e si vedrà, che noi ci saremmo mostrati nemici dell’ordine e della sana critica, quando non avessimo delle monete di questa provincia costituita una classe tutta da se.
Le principali imagini sculte su le monete tudertine pare ci rivelino fatti, se non certi, almeno molto probabili. Riconoscesi Giove alla sua aquila e all’abbondanza che trabocca dal corno della sua capra ; e ciò non pure nell’asse, ma sul rovescio di due tra le sue monete coniate , disegnate nella prima linea della Tavola di supplemento. Nel diritto della monetina minore vedesi Fauno col suo più certo carattere delle piccole corna su la fronte. All’aquila poi accompagnasi un vecchio Sileno, che congiunto come qui è a Fauno e all’altre imagini patrie, non può a meno che non si abbia a dichiarare per quel Pico, che fu padre di Fauno. Nel semisse fuso v’é l’irpo accovacciato al modo stesso del taurum procubuisse di Strabone. Finalmente su la terza delle monete coniate vedesi una troja che dietro si trae i parti, e nel diritto un tal personaggio, di cui ignoriamo il nome, coperto il capo con pileo di nuova e capricciosa forma.
Dopo ciò che abbiamo esposto nel ragionamento su le monete della prima classe, siamo costretti a riconoscere in Todi una colonia di rutuli recatisi colà dietro la guida dell’irpo, per voto fattone a Giove, secondo le monete, a Marte, secondo le memorie tramandateci dagli antichi scrittori. Giove dà le più nobili insegne a’ tudertini: essi le collocano su la principal loro moneta, che è l’asse, nella prima introduzione dell’aes grave; e nella