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78 | PARTE SECONDA CL. II. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'aes grave del Museo Kircheriano.djvu{{padleft:94|3|0]]introduzione del conio rinnovano le sole insegne di Giove, dimenticatisi dell’altre dieci che aveano stampate la prima volta su le cinque monete minori dell’asse. E Giove appunto era la prima divinità del paese, dal quale erano usciti i tudertini. Le testimonianze di Silio Italico, delle iscrizioni e de’ monumenti patrii vorrebbon che Marte tenesse qui il luogo di Giove. In altra età avrebbon forse potuto i tudertini mutare il loro culto principale: ella è però cosa molto degna di considerazione, che in nove monete e in sedici imagini diverse del primo tempo non abbia a trovarsene una, la quale dichiaratamente alluda a Marte.
Che se Giove è il primo iddio comune a’ tudertini e a’ rutuli, de’ rutuli e de’ tudertini anche più che Giove sono Pico e Fauno. La storia de’ rutuli null’altra cosa tanto ci predica, quanto le glorie di questi due, che dopo essere stati re del paese, n’eran divenuti gl’iddii e gli autori degli oracoli. La moneta de’ tudertini non ce li dà a conoscere co’ simboli, come co’ simboli ci mostra Giove, ma ne scolpisce le imagini proprie nel tempo migliore delle sue arti e della, sua civiltà. Converrebbe ricorrere al caso, che non è stato certamente né il consigliero né l’autore di queste imagini , per ispiegare diversamente da quel che qui si fa gli stretti vincoli , con che un paese all’altro si collega.
Dicasi altretanto dell’irpo. Nella moneta de’ rutuli questo fedel compagno dell’uomo è in grande movimento, perchè parte di colà: nella moneta de’ tudertini procubuit, s’é messo a giacere, per significare a’ coloni rutuli che l’accompagnano, questo essere il luogo destinato a loro stanza dalla sorte. Una tale diversità d’azione e di riposo è opportunissima a confermare l’identità dell’animale in amendue le provincie.
Una difficoltà si affaccia per parte della maggiore tra le tre monete coniate da’ tudertini. Su questa la porca co’ suoi parti favorirebbe piutosto i latini che i rutuli. Noi vorremmo si riflettesse, che il numero de’ parti, i quali qui non sono triginta capitum foetus, e l’azione del moto , non la quiete del solo recubans, ci lasciano indubbio su la identità della porca albana con la porca tudertina. Quando poi volesse credersi essere la medesima, noi avremmo in essa un nuovo argomento favorevolissimo alla nostra congettura : mercechè più volte abbiam veduto nella classe prima, che rutuli e latini sono quasi un medesimo popolo, talché si può quindi credere, che i coloni stanziatisi in Todi usciti fossero da Ardea in parte, in parte da Alba. Se neppur questa sentenza si accetti, potrebbe dirsi non senza qualche verosimiglianza, che il personaggio pileato scolpito nel diritto, sia il capo di que’ raminghi che fondarono Todi; e che la piccola mandra del rovescio sia rappresentata a indicare il bestiame, che que’ coloni dal luogo della partenza condussero alla lor nuova patria.
La lira accompagnata all’irpo ne risveglia l’idea d’un costume tutto proprio de’ coltivatori delle campagne a Roma vicine. Non vanno eglino mai alle grandi operazioni campestri, alla mietitura e alla vendemmia singolar-