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42 STATO SCIENTIFICO.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'astronomo Giuseppe Piazzi.djvu{{padleft:51|3|0]]dopo aver percorso gli Stati suoi, all’intento di meglio conoscerne i bisogni, dava mano a importanti mutamenti: combattè vittoriosamente gli ordini feudali; promosse i buoni studi; soccorse largamente ai giovani poveri promettevoli per ingegno; incoraggiò l’agricoltura; onde l’imperio sotto il saggio suo reggimento prosperò, fiorì; i popoli l’amarono, ed ei ricambiolli di pari affetto. I principi d’Italia imitarono il bell’esempio dato dal monarca austriaco. Leopoldo di Toscana alle leggi impopolari, intricate, alcune eziandio crudeli, sostituì leggi dolci e pacifiche; e quel paese ricorda tuttavia con animo grato il paterno governo del buono e tranquillo sovrano.

Modena, sotto Ercole d’Este, Parma e Piacenza sotto la signoria dell’infante don Filippo, andavano ogni giorno avvantaggiandosi d’istituzioni sapienti; le quali, sebbene non rispondessero intieramente alle aspirazioni dei popoli, bastavano però a farli contenti; avvegnaché i loro prìncipi si mostrassero disposti a continuare le novità incominciate con sommo lor beneficio.

Napoli, più di ogni altro Stato italiano, abbisognava di riforme: re Ferdinando soppresse molti privilegi baronali; tolse i pedaggi, gravezza odiosissima; fondò a San Leucio una colonia agricola; diede maggior libertà politica, più sicura libertà civile; e, ciò che assai importava in quel paese, la tolleranza in cose di religione.

Vittorio Amedeo III, che allora reggeva il Piemonte,

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