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VI.


Brevi cenni su l’astronomia in Sicilia.


Anche prima di quest’epoca, le discipline astronomiche in Sicilia conservavano gloriose tradizioni, alle quali il ritorno del Piazzi doveva aggiungere nuovo lustro e splendore. Omettendo di rilevare quanto i Greci, quivi giunti dopo la guerra di Troja, vi recassero delle cognizioni celesti raccolte nell’Asia: e delle conghietture ingegnose che si potessero trarre dalla figura dell’isola, e dalle primitive fonti della sua civiltà, l’agricoltura e la poesia; il primo astronomo, ch’ivi devesi riguardare, è l’agrigentino Empedocle, nato nel sesto secolo avanti l’éra cristiana. È noto l’elogio che fece Lucrezio di questo famosissimo discepolo di Pitagora, il quale scrisse un’opera sulla sfera, fece varie ricerche sul sole, sull’inclinazione dell’asse della terra e su altri punti diversi. Si vuole che Newton togliesse dalle opinioni di Empedocle le prime sue idee della forza centripeta e centrifuga, che dà l’armonia del mondo. Caduta Siracusa e morto il celeberrimo Archimede, lunghi secoli di tenebre avvolsero la Sicilia, dopo i quali trovasi primo un Giovanni,

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