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194 | l’edera |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'edera (romanzo).djvu{{padleft:196|3|0]]temi là. Bisogna che io stia nascosta, bisogna che nessuno senta la mia voce finchè loro non sono salvi... Cuademi... Cuademi![1]
Gli strinse le braccia, poi si gettò per terra, gli abbracciò le ginocchia, si raggomitolò: pareva volesse nasconderglisi sotto i piedi. Egli la guardò, dall’alto, e un pensiero gli balenò in mente, luminoso e tetro come un lampo.
— Tu sai... tu sai... Hai fatto o hai veduto... — mormorò.
— Non so niente: non ho veduto niente. Nascondetemi. Tutti mi hanno consigliato di non lasciarmi arrestare. Nascondetemi, nascondetemi, ziu Castigu!
— Tutti... — egli balbettò. — Chi, tutti?
— Tutti... tutti, ziu Castigu mio! Ed anche voi non permetterete... no... no... nascondetemi...
— Ora ti metto subito dentro la mia tasca! - egli disse con impazienza, curvandosi e toccandole una spalla.
Ella tremò tutta. Il vecchio sentì entro di sè come la ripercussione di quel fremito, e di nuovo comprese la verità. Ma più che orrore senti una profonda tristezza: e la sua anima semplice e timida d’uomo solitario diventò pietosa ed eroica davanti al dolore pauroso della donna colpevole, ripiegata ai suoi piedi come un agnello ferito.
— Alzati e vieni con me, — disse semplicemente. — Se non sei colpevole non devi temere.
- ↑ Nascondetemi.