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l’edera | 201 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'edera (romanzo).djvu{{padleft:203|3|0]]ritiene innocenti tutti. Oggi arriveranno due medici da Nuoro, per la perizia medica del cadavere. Se niente è accaduto niente risulterà. Fra qualche ora verrà su mio nipote Ballore che mi porterà notizie. Tornerò.
Ella mise il latte ed il pane sulla roccia e non mangiò.
Con le mani in grembo, gli occhi fissi in lontananza, stette di nuovo immobile, ma non sognò più.
«Se niente è accaduto niente risulterà».
Potevano ben sperare, gli altri: ella non sperava più.
— Essi mi cercano, mi cercano, — pensava, con raccapriccio quasi fisico, — e finiranno per trovarmi, qui od altrove... È forse meglio che io vada. Che aspetto? Egli, il vecchio, egli oramai parlerà: dirà il segreto ai medici sapienti... Lo hanno disseppellito per questo. Egli parlerà... egli parlerà...
E le sembrava di odiarlo ancora.
— Mi cercano, mi cercano... Mi hanno cercato anche là, dalla vecchia zia Franchisca. Povera vecchia... che penserà di me?
Rivedeva allora la figura d’una vecchia inferma, alla quale spesso ella portava da mangiare e ripuliva la stamberga miserabile. Era una vecchia buona e paziente quanto l’asmatico era dispettoso e cattivo; ogni volta che Annesa le portava da mangiare, ella le baciava la mano e piangeva di riconoscenza.