Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
22 | l’edera |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'edera (romanzo).djvu{{padleft:24|3|0]]
— Buone lane! — mormorò l’asmatico.
— Sì, ricordo — disse donna Rachele. — E che tormento! Credevamo vi avessero arrestati.
— Perchè arrestati? — gridò l’ospite quasi offeso.
- Questo poi, no! Eravamo due teste matte, sì, ma due galantuomini! Questo possiamo dirlo ben forte! Però, bisogna confessarlo, abbiamo sprecato molti denari...
— Perciò... — cominciò il vecchio asmatico con la sua voce dispettosa; ma in quel momento Annesa gli porse da bere e lo guardò fisso, ed egli non osò proseguire. D’altronde Ballore Spanu sapeva bene che le pazzie giovanili di Paulu avevano finito di rovinare la famiglia: non occorreva ripeterlo.
Ma un’ombra passò sul viso cereo di donna Rachele, e ziu Cosimu disse: — Paulu è buono, buono come il pane, ma è stato sempre un giovane troppo allegro e spregiudicato. Egli non ha mai avuto timore di Dio; si è sempre divertito, ha goduto la vita in tutti i modi.
— Si vede che non era destinato a farsi frate! - esclamò l’ospite. — Eppoi bisogna godere finchè si è giovani...
— Scusa, io godo anche ora che son vecchio osservò don Simone, con accento beffardo. Egli non amava si parlasse male del nipote, con gli estranei, e cercò di cambiare discorso.
— Zua Dechè, — esclamò, rivolgendosi all’infermo — non è vero che i giovani devono essere più saggi dei vecchi?