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l’edera 25

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— Me lo ha detto lei! E ho sentito che vi baciavate!...

— Ah, te lo ha detto lei? — domandò l’altro con gioia. — È vero; siamo fidanzati. Io e lei siamo qui, più che servi, figli di famigiia. Annesa anzi è figlia d’anima[1] della famiglia Decherchi.

E siccome l’ospite povero s’interessava vivamente alle sue chiacchiere, il servo proseguì, con boria:

— Devi sapere che don Simone è stato quasi sempre sindaco di questo paese. Non si contano le opere buone che egli fece. Tutti i poveri potevano dirsi suoi figli, tanto egli li soccorreva e li amava. Ora avvenne che molti anni fa — io allora non masticavo ancora il pane — capitò alla festa un mendicante vecchio, vecchio, accompagnato da una bambina di tre anni. Un bel momento quest’uomo fu trovato morto, dietro la chiesa. La bambina piangeva, ma non sapeva dire chi era. Allora don Simone la prese con sè, la portò qui, la fece allevare in famiglia. Molti dicono che Annesa è continentale: altri credono che il vecchio mendicante l’abbia rubata...

L’ospite ascoltava con curiosità, ma le ultime parole del servo lo fecero sorridere...

— Chi sa, — disse beffardo — ella forse è figlia del re!

— Sta zitto! — pregò allora Gantine. — I miei tre vecchi padroni son chiamati i Tre Re.

— Perchè?

  1. Figlia adottiva.
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