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l’edera 49

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'edera (romanzo).djvu{{padleft:51|3|0]] neppure per riscuoterne gli interessi. Di notte si svegliava, gridando che volevano derubarlo, e pretendeva che Annesa dormisse nella camera ove dormiva lui. Paulu cominciò ad odiarlo: e Annesa lo odiava perchè lo odiava Paulu. E Gantine lo odiava perchè lo odiavano loro.

Fra le persone rimaste fedeli e affezionate alla disgraziata famiglia, c’era zio Castigu, il vecchio servo diventato pastore a solus, che cioè aveva acquistato un certo numero di pecore e le pascolava per conto proprio.

— Girate tutto il mondo, — diceva con ammirazione, parlando della famiglia presso la quale aveva servito per quarant’anni — provate pure a girarlo, se volete: non troverete una famiglia più nobile e buona. Don Simone? Ma se Dio morisse, gli angeli del cielo eleggerebbero don Simone a signore loro e nostro! Bisogna rispettare persino le scarpe di don Simone!

In paese lo deridevano per questo suo feticismo: il messo ogni volta che lo vedeva gli domandava:

— Ebbe, è morto il Signore?

Anche prete Virdis, il rettore, quando zio Castigu andò a confessarsi, lo trattò malamente.

Anghelos santos![1] (prete Virdis usava quest’intercalare anche coi suoi penitenti). Non dire più queste cose, fratello mio. Il Signore è uno solo e non morrà mai, neppur dopo che avrà fatto morire tutti noi.

  1. Angeli santi.
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