< Pagina:L'edera (romanzo).djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
84 l’edera

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'edera (romanzo).djvu{{padleft:86|3|0]]

Egli partì. Anche Gantine era partito per la foresta di Lula, dove sarebbe rimasto fino al tempo delle seminagioni.

Il vecchio asmatico volle confessarsi. Prete Virdis rimase lungamente con lui, e quando uscì dalla camera e sedette vicino alla porta assieme coi due nonni, Annesa notò in lui un’insolita allegrezza.

— Prete Virdis è allegro — ella disse a donna Rachele. — Deve aver convinto ziu Zua ad aiutarci.

— Dio lo voglia! — sospirò l’altra. — Farei un pellegrinaggio a piedi fino alla madonna di Gonare.

Ma per quanto Annesa ascoltasse, il prete non diede ai vecchi la buona notizia. Egli chiamò Rosa e le fece raccontare la Storia del Signore morto, e discusse a lungo con la bimba circa i particolari di questa Storia, poi chiacchierò con ziu Cosimu e don Simone a proposito di Santus, il pastore accusato di parricidio, e anch’egli sostenne l’innocenza del disgraziato padre.

— È partito ancora: ha saputo che il figlio si trova in un ovile vicino ad Ozieri.

— Sarebbe il caso di appiccarlo davvero, se lo trova! — disse ziu Cosimu, con insolita asprezza.

Prete Virdis cominciò a sbuffare e a gesticolare, scandolezzato.

— Cosimu Damianu! Che dici? che dici? Son parole d’un cristiano, le tue? E che, diventi una bestia feroce, ora?

Allora Rosa raccontò un sogno terribile avuto la notte prima.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.