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l'ombra del passato 161

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'ombra del passato.djvu{{padleft:165|3|0]]lava alquanto; aveva un petto prepotente, e il suo viso rotondo paffuto e rosso, pareva ridesse di continuo. I giovinetti dissero subito delle cose maliziose, vedendola, e Pino il caser mormorò:

— Pare che voglia spinger la gente per farsi largo, con quel petturòn: se passa qui vicino ci butta tutti per terra.

Adone, naturalmente, cominciò a ridere.

— La siora marchesa pare che cammini dormendo, invece!

— Non ci vede — disse Pino. — È quasi cieca.

Allora Adone guardò intensamente la bella signora alta e sottile, un po’ rigida, che camminava cautamente, con le grandi palpebre abbassate, e che ogni tre passi si fermava e pareva non dovesse muoversi più.

— Dicevano ch’era vecchia! È più giovane di me — disse Pino, alquanto beffardo. — È bionda come il granone.

A misura che la marchesa si avvicinava, un mormorio d’ammirazione si levava da quel gruppo di uomini semplici e arguti nello stesso tempo.

Essi s’aspettavano di veder una vecchia cieca, magari col bastone; invece vedevano una figura quasi ideale, dritta e bionda, vestita come una fanciulla: anche il viso era di un colore insolito; d’un rosa tendente al viola.

Quando passò in mezzo agli uomini ella si avvicinò l’occhialetto al naso e sorrise a tutti, rispondendo al saluto che tutti. Adone compreso, le rivolsero.

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