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l'ombra del passato | 189 |
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Quell’anno Davide si laureò e passò tutto l’estate in paese. Venne festeggiata la sua laurea con un pranzo, al quale parteciparono i parenti, Sison, Pirloccia, il fabbro, il prevosto, il caser, il vecchio maestro di Casalino.
Adone non fu invitato; ma egli trovò una scusa per andare durante il pranzo dal zolfanellajo. La Müton lo fece sedere in un angolo della tavola, e gli diede un pezzetto di ripieno di pollo. Egli non domandava di meglio: sedette cercando di sfuggire all’attenzione del Pirloccia, mangiò con voluttà il ripieno di pollo, che pareva un dolce, e si guardò attorno.
Davide sedeva tra il silenzioso maestro di scuola e il grosso prevosto bruno. Vicino a questo il zolfanellajo pareva più piccolo e giallo del solito, quasi ripiegato sulla sedia, come una marionetta di cui si fosse rotto il congegno. Povero ometto! Egli si consumava lentamente, tossiva, aveva male a tutta la persona, ma si ostinava a lavorare. Egli guardava sempre Davide con occhi pieni di adorazione, e quando muoveva le labbra pregando pareva rivolgesse la sua preghiera al figliuolo.
Il neo-avvocato era (piasi triste: forse lo preoccupava lo stato del padre, forse aveva altre cure, altri dispiaceri. Pareva anche lui malaticcio.