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l'ombra del passato | 199 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'ombra del passato.djvu{{padleft:203|3|0]]Va, carina. Ah, no, aspetta un momentino: ecco per te una fetta di torta. La sarta Carissima dice che questa torta è molto buona. Lei l’ha assaggiata, una volta. Prendine una fetta anche per la tua mamma. Addio».
Fantasticando in tal modo, egli provava un senso di tenerezza e d’invidia. Gli pareva che Caterina andasse incontro ad una fortuna ch’egli non avrebbe avuto mai!
Arrivati davanti al cancello, egli si scosse, come destandosi da un sogno: e dopo aver guardato si ritrasse, nascondendosi dietro il muro.
Il cancello era socchiuso: a pochi passi di distanza, nel viale coperto di sabbia c’era Maddalenina Dargenti, pronta per uscire. Al solito, ella vestiva di bianco, col cappello a larghe falde e le scarpine candide scollate.
Caterina guardava stupita, un po’ contrariata per la presenza della ragazzetta vestita di bianco. Questa, a sua volta, parve seccata per l’insistenza con cui l’altra la fissava: la guardò un momento, poi le volse le spalle coperte dai radi capelli castanei. Aspettava qualcuno.
Caterina guardò Adone: egli le accennò di entrare.
Incoraggiata, ella entrò. Maddalena si volse: i suoi occhi rifulsero, cattivi.
— Che vuoi? — domandò impaziente.
— Voglio parlare con la signora marchesa Pigossi — disse Caterina, in italiano, come recitando la lezione.