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l'ombra del passato 273

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'ombra del passato.djvu{{padleft:277|3|0]]col quale pareva ch’ella potesse farsi largo fra qualunque folla: la figurina bianca camminava anche lei quasi in punta di piedi, e pareva pronta a spiccare il volo come una farfalla!

— E l’altra non viene! — esclamò Adone, deluso.

— Andiamo, andiamo, — disse Celeste, tirandolo per la mano.

Ma egli attese ancora. La signora Maria e la signorina Dargenti s’erano già sedute.

Molti spettatori guardavano tuttavia verso l’ingresso, aspettando ancora l’arrivo della marchesa.

Caterina, ancora accigliata, fissava le due signore: e mentre Maddalena guardava innanzi a sè con indifferenza, la signora Maria si volgeva di qua e di là, sorridendo a tutti: pareva portasse a tutta quella brava gente i saluti della marchesa e volesse scusarne l’assenza.

Fu durante quella recita, rimasta celebre a Casalino e nei dintorni, che Golo per la commozione disse:

— M’avanzo con la spada in mano e col cimitero in testa!

E questo fu niente, se si pensa che un altro attore, il quale raccontava le gesta di Carlo Magno al tiranno e a Golo, disse:

— E Carlo magnò le mura della città!

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