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274 l'ombra del passato

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'ombra del passato.djvu{{padleft:278|3|0]]Urla, grida, risate, applausi deliranti accolsero la terribile notizia. Ma Adone si volse spaventato e guardò Maddalena Dargenti. Anche lei rideva: non molto, ma rideva. Ed era diventata così bella, con le fossette sulle guancie e le labbra aperte sui denti meravigliosi, che egli s’incantò un attimo a guardarla.

Un attimo.

Anch’ella lo guardò. I loro sguardi s’incontrarono.

Gli occhi di lei, di solito socchiusi, s’aprirono, sollevati verso gli occhi di lui. Ed egli provò una specie di vertigine; gli parve di aver già veduto quegli occhi, giù incontrato quello sguardo, in un luogo lontano, durante una vita anteriore, in un paese di dolcezza e di voluttà, un giorno attraversato in sogno...

Ecco, egli ritorna ancora, dopo aver riaccompagnato Caterina e le sue amiche.

Ella si è mostrata gelosa della «prima donna».

— Ti baciava davvero, quella lì! Non ho veduto mai una ragazza così sfacciata!

— E lasciala baciare! Non sai che in teatro è permesso tutto, agli artisti? E se no come si fa, a finger bene?

— Ma gli altri non li baciava, no! IL suo sposo non lo baciava, no!

— Ma perchè non lo voleva! Voleva me.

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