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282 l'ombra del passato

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|L'ombra del passato.djvu{{padleft:286|3|0]]male c’è davvero uno spirito folletto che ci gira attorno. La nostra coscienza, viscere; proprio la nostra bella coscienza!

E si levò il cappello, come per salutare questo spirito invisibile.

Seduti sotto il pergolato i due amanti continuavano a ridere e chiacchierare: a momenti abbassa vano la voce e ridevano, burlandosi della vantata perspicacia della nonna. Adone giunse a proporre a Caterina di andar davvero a teatro, quando la vecchia dormiva.

— Se tu verrai cominceremo la recita più tardi. Ma sì, vieni, carina! Sarebbe così bello! — egli supplicò, vinto da una smania di cose avventurose. Verrò a prenderti, poi ti ricondurrò!

Ma Caterina non si prestò all’avventura.

La vecchia sedette sullo scalino e si mise a fumare: e accorgendosi che i due giovani si stringevano e bisbigliavano troppo, disse a Caterina di andar a rimettere in ordine le stoviglie, cosa che di solito, quando c’era Adone, eseguiva lei.

Caterina brontolò, ma obbedì. Andò in cucina, ma cominciò a sbatter le sedie e a lavorare con dispetto: e la vecchia di tanto in tanto sputava e le rivolgeva qualche parola ingiuriosa.

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