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libro quarto 203

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  180Or odi quanto presto e agevolmente
Si producano quelli, e da le cose
Distaccandosi ognor vaghin disciolti.
183Poi che il sommo de’ corpi ognor tramanda
E vibra qua e là sempre qualcosa,
Che, arrivando agli oggetti, o li trapassa,
186[M.]Come nel vetro specialmente avviene,
O ver, quando s’imbatte in aspri sassi
O in duro legno, allor si scinde in guisa
189Che simulacro alcun render non possa.
Ma, allor che un denso e rilucente obietto
Si oppone a lei, nulla di ciò succede;
192Qual ne lo specchio primamente avviene:
[M.]Poichè, nè passar può, come nel vetro,
Nè scindere si può: tanto quel liscio
195Piano è disposto a conservarla intera.
Avvien però, che quindi a noi riflettansi
I simulacri, e contro ad una spera
198Ponendo ciò che vuoi, subitamente,
In qual tempo tu vuoi, ne appar l’immago;
Sì che conoscer puoi, che da l’estrema
201Superficie de’ corpi emanan sempre
Tenui tessuti ed esili figure.
In breve istante si producon dunque
204Simulacri parecchi, onde a buon dritto
Celere si può dir l’origin loro.
E come deve il Sole in picciol tempo


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