Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
Vanità dl tutte le cose.
ECCLESIASTE, 2. Vanità dei piaceri6 II vento trae verso il Mezzodi, e poi gira verso il Settentrione; egli va sempre girando, e ritorna a’ suoi gin.
7 Tutti i fiumi corrono nel mare, e il mare non s’empie; i fiumi ritornano semp7’e a correre al luogo dove sogliono correre.
8 Ogni cosa si affatica più che Y uomo non può dire; l’occhio non si sazia giammai di vedere, e V orecchio non si riempie di udire.
9 Quelle che e stato h lo stesso che sark; e quello die h stato f atto e lo stesso che si fark; e non vi e nulla di nuovo sotto il sole.
Ewi cosa alcuna, della quale altri
possa dire: Vedi questo, egli e nuovo? gia e stato ne’ secoli che sono stati avanti anoi.
Non vie alcuna memoria delle cose
che son state innanzi; cosi ancora non vi sara memoria delle cose che saranno nel tempo a venire, fra coloro che verranno appresso.
lo, il Predicatore, sono stato re sopra
Israele, in Gerusalemme;
Ed ho recato il mio cuore a ricercare,
e ad investigare, con sapienza, tutto cio che si fa sotto il cielo; il che e una occupazione molesta, la quale Iddio ha data a’ figliuoli degli uomini, per occuparvisi.
lo ho vedute tutte le cose che^ si
fanno sotto il sole; ed ecco, tutto cio e vanitk, e torniento di spirito.
Le cose torte non si possono dirizzare; e i difetti non si possono ahnoverare. lo parlava nel cuor mio, dicendo:
Ecco, io mi sono aggrandito, e accresciuto in sapienza, più che tutti quelli che sono stati innanzi a me sopra Gerusalemme; e il cuor mio ha veduta molta sapienza e scienza*;
E ho recato il mio cuore a conoscere
la sapienza^; ed an die a conoscere le pazzfe e la stoltizia; cd ho riconosciuto che questo ancora e un tormento di spirito.
Perciocche, dove e molta sapienza, vi
e molta molestia; e chi accresce la scienza accresce il dolore. J piaceri, e le ricchezze non danno la felicita. O 10 ho detto nel cuor mio: Ya ora, io ^ ti proverb con allegrezza, e tu goderai del bene ’^; ma ecco, questo ancora e vanity.
Io ho detto al riso: Tii sei insensate; e
all’allegrezza: Che cosa e quel che tu fai?
Io ho nel mio cuore ricercato il modo
di pass:ir dolcemente la vita mia in continui conviti; e, reggendo il mio cuore con sapienza, di attenermi a stoltizia; finch^ vedessi die cosa fosse bene a’ figliuoli degli uomini di fare sotto il cielo, tutti i giorni della vita loro.
Io ho fatte dell’opere magnifiche; io
mi ho edificate delle case; io mi ho piantate delle vigne.
Io mi ho fatti degli orti e de’ giardini;
ed ho piantati in essi degli alberi fruttiferi d’ogni maniera.
Io mi ho fatte delle pescine d’acqua,
per adacquar con esse il bosco ove crescono gli alberi.
Io ho acquistati de’ servi e delle serve,
e ho avuti de’ servi nati ed allevati in casa; ho eziandfo avuto molto grosso e. minuto bestiame, più che tutti quelli che sono stati innanzi a me in Gerusalemme.
Io mi ho eziandlo adunato dell’arSento,
e dell’oro’^, e delle cose le più care ei re, e delle provincie; io mi ho acquistato de’ cantori e delle cantatrici; ed ho avute delle delizie degli uomini, d ogni maniera: niusica semplice, e musica di concerto.
E mi sono aggrandito ed accresciuto
più che tutti quelli che sono stati innanzi a me in Gerusalemme; la mia sapienza eziandio mi e restata.
E non ho sottratta agli ocdii miei
cosa alcuna che abbiano chiesta; e non ho divietato il mio cuore da niuna allegrezza; anzi il mio cuore si e rallegrato d’ogni mia fatica ; e questo e stato quello che mi e tocco in parte d’ogni mia fatica.
Ma, avendo considerate tutte le mie
opere che le mie niani aveano fatte; e la fatica che io avea durata a ioxle, ecco, tutto ch era vanita, e torniento di spirito; e non vi e di cio profitto alcuno sotto il sole.
Laonde mi son rivolto a vedere la
sapienza, e le foUie, e la stoltizia; perciocche, che cosa sono gli altri uomini, per poter seguitare il re? essi fanno ci«> che hanno gikfatto.
E ho veduto die la sapienza e più
eccellente die la stoltizia, siccome la luce e più eccellente die le tenebre.
II savio ha i suoi occhi nel capo, e
lo stolto cammina in tenebre; ma pure eziandio ho conosciuto die un medesimo avvenimento avviene ad essi tutti.
Laonde ho detto nel cuor mio: Egli
awerra anclie a me il medesimo avvenimento che alio stolto; che mi giovera egli adunque allora d’essere stato più savio? perci( ho detto nel cuor mio die cio ancora e vanity.
Perciocche non vi sard giammai piid
memoria del savio, come ne anclie dellq stolto: conciossiache ne’ giorni vegnenti ogni cosa sara gia dimenticata. E come muore il savio come lo stolto?
Percio ho odiata questa vita; irnperocche
le opere die si fanno sotto il ■ 1 Re 8. 12, 13; 4; 30. * 1 Tess. 5. 21. «Luc.l2. 19. 546
«i 1 Re 9. 28 3 10. 10, 14, 21, ecc. ’ Eccl. 3.22.