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libro quarto 95

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Dall’insultar de’ nembi e dal profano
515Piede del vulgo. Con dimessa fronte
Qui venir ti vegg’io recando a mano
L’uno e l’altro figliuol, tua cura e mia.
Qui lamentar della trascorsa etade
Gl’istanti rapidissimi, e la speme
520Vana di lieti eventi udirti io spero;
Quivi apprender potrai del padre il nome
Ai pargoletti figli, e come indarno
Volli a virtù, se morte era più tarda,
Crescerli entrambi. Al tuo lamento, alcuno
525Fia che si desti, e liberal di pianto
Benedica alla tomba, e di lugubre
Soavissimo verso il mesto allegri
Di mia spoglia riposo. Amor governa
Oltre il rogo le tolte anime al pio
530De’ congiunti sospiro, ed agli estinti
Soave scende, se virtù lo move
De la santa amistà carme pietoso.


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