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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La favorita del Mahdi.djvu{{padleft:24|3|0]]che nasce nel cuore, non si spegne neanche in sogno.
— Ed io sai a chi penso?
— Leggere il pensiero dell’uomo non è dato che ad Allah e al suo profeta.
— Penso a quell’adorabile almea che vidi danzare a Machmudiech.
Sulla bruna pelle dell’arabo passò un fremito.
— A Fathma, articolò sordamente egli.
— Sì, a Fathma. Come la trovasti tu?
— Mi pareva avere dinanzi...
Voleva aggiungere una uri di Maometto, ma le parole gli morirono sulle labbra.
— Una bella donna, vuoi dire.
— Presso a poco. E come mai tu pensi a lei?
— Perchè?... Credo di non dir troppo, se ti confesso che i suoi occhi mi hanno affascinato e che la sua voce mi toccò il cuore.
Se fosse stato giorno Notis avrebbe potuto vedere le labbra dell’arabo contrarsi e la sua faccia diventare cinerea.
— Ah!... si sforzò di dire Abd-el-Kerim.
«Quella creatura ti ha morso il cuore?
— Di’ invece che vi ha gettato una scintilla dentro.
— E questa scintilla sarebbe?
— D’amore.
L’arabo diede un sì violento strappo alla correggia che il mahari fu forzato ad alzare la testa. Notis se ne accorse.
— Che diavolo hai Abd-el-Kerim?
— Nulla, ho sostenuto il cammello che stava per inciampare contro un sasso.
— Uh! fe’ il greco. Non so come un sasso possa trovarsi fra questi terreni.
La conversazione finì li. I due mahari che avevano per un istante rallentata la corsa, la ripresero più velocemente salendo e discendendo le colline cosparse d’erbe spinose chiamate dagli indigeni alfèh, arse dai cocenti raggi del sole equatoriale