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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La favorita del Mahdi.djvu{{padleft:82|3|0]]Un lampo rischiarò la pianura e sotto la macchia dove si tenevano imboscati i beduini, brillarono delle armi. Abd-el-Kerim si fermò.
— Chi si tiene sotto quel macchione? diss’egli.
— Alcuni basci-bozuk, rispose Fit Debbeud. Gli ho veduti poco fa quando passava accanto a quel gruppo di acacie.
— Sei sicuro di non esserti ingannato? Si dice che alla notte alcuni ribelli vengono a ronzare attorno al campo.
— Ho parlato con loro e m’inviarono la buona notte. Non hai nulla a temere, tenente. Allunghiamo il passo.
Erano giunti a pochi passi dalla macchia. Fit Debbeud si mise a zuffolare un’aria dongolese; d’un tratto passò dietro all’arabo e l’afferrò per le braccia tentando con una brusca scossa di rovesciarlo.
Abd-el-Kerim, che per l’avvertimento d’Hassarn tenevasi in guardia, fu pronto, con una vigorosa strappata, a liberarsi e a fare un salto indietro.
— Ah! traditore! esclamò egli, sguainando la scimitarra.
Lo sceicco lo caricò furiosamente coll’jatagan, spiccando salti da leone, girandogli vertiginosamente attorno per colpirlo alle spalle. Vibrò tre o quattro colpi che furono ribattuti, ricevendo anzi una scalfittura in una spalla.
— A me, beduini! gridò egli, digrignando i denti come una iena.
La banda saltò fuori, correndo addosso all’arabo e circondandolo.
— Aiuto, Hassarn, urlò Abd-el-Kerim, cercando respingere gli assalitori.
Tre o quattro fucilate scoppiarono verso il campo e s’udirono le sentinelle gridare l’allarme. Una seconda scarica mandò a gambe levate due beduini.
Non vi era da perdere un solo istante; un forte drappello di Egiziani si avanzava a passo di corsa colle baionette in canna e alcuni basci-bozuk bardavano in furia i cavalli. Fit Debbeud si scagliò fra