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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La madre (1920).djvu{{padleft:121|3|0]]porta per avvertire la gente che passava il Signore: i cani abbaiavano e il rumore dei telai cessava: le donne sporgevano la grossa testa dai finestrini e dalle logge di legno, e tutto il paesetto era scosso da un tremito di mistero.

Una donna che saliva dalla fontana con un’anfora d’acqua sul capo si fermò, depose l’anfora per terra e vi si inginocchiò accanto.

E il prete impallidì perchè riconobbe una serva di Agnese: ecco, quella era l’acqua con la quale Agnese avrebbe lavato le sue lagrime. E gli parve che anche l’anfora umida stillante piangesse. Sentì uno sbigottimento tale che strinse forte fra le mani il vaso d’argento quasi per sostenervisi.

Il corteo dei ragazzi aumentava a misura che si avvicinavano alla casa del vecchio: eccola sull’orlo della strada, fra questa e la valle: è una casetta alta, di pietra schistosa, con un solo finestrino senza vetri: davanti le sì stende un cortiletto sterrato, circondato di una muriccia.

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