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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La madre (1920).djvu{{padleft:162|3|0]]socchiusa; li vide attraversare lo spiazzo bianco di luna, entrare nella bettola ancora illuminata: allora rientrò e ricominciò ad aspettare, come la notte prima.

Con meraviglia si accorgeva di non aver paura che l’antico parroco le riapparisse: tutto era stato un sogno; eppure in fondo non eia certa che il fantasma non ritornasse e le chiedesse conto delle calze rattoppate.

— Le ho rattoppate, sì — disse a voce alta pensando all’opera compiuta per suo figlio. E sentiva che se il fantasma tornava saprebbe tenergli testa e trovarsi d’accordo con lui.

Tutto era quieto, però, nel silenzio lunare: attraverso i vetri del finestrino si vedevano gli alberi del ciglione risplendere come se ogni foglia sprizzasse una scintilla d’argento: il cielo sembrava di latte e l’odore dei cespugli aromatici penetrava nella casa. E anche lei era quieta, e non sapeva perchè, pensando che il suo Paulo poteva soggiacere ancora al peccato, non ne provava più terrore. Vedeva an-

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