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La sentiva agitarsi sul letto, il cui pagliericcio di stoppie scricchiolava; ma non la vedeva, non voleva vederla, voleva che solo le loro due anime si parlassero nelle tenebre, come già passate nel mondo di là.

— Sei tu? Sognavo, — ella disse con voce assonnata eppure spaventata. — Un ballo.... uno che suonava un liuto.

— Mamma, — egli riprese, senza badare alle parole di lei, — sentite. Quella donna, sì, Agnese, sta male. Da questa mattina sta male; è caduta; pare si sia rotta qualche cosa dentro la testa. Il sangue le cola dal naso.

— Cosa mi dici, Paulo! C’è pericolo?

La voce, nel buio, risonava allarmata e nello stesso tempo incredula. Egli proseguiva, imitando a sua volta la voce ansante della serva:

— È stato questa mattina, dopo la lettera. Poi, durante il giorno, è stata pallida, senza voler mangiare; e stasera il male le è tornato: ha delle convulsioni.

Sentì che esagerava e si fermò: la ma-

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