Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 176 — |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La madre (1920).djvu{{padleft:186|3|0]]
La sentiva agitarsi sul letto, il cui pagliericcio di stoppie scricchiolava; ma non la vedeva, non voleva vederla, voleva che solo le loro due anime si parlassero nelle tenebre, come già passate nel mondo di là.
— Sei tu? Sognavo, — ella disse con voce assonnata eppure spaventata. — Un ballo.... uno che suonava un liuto.
— Mamma, — egli riprese, senza badare alle parole di lei, — sentite. Quella donna, sì, Agnese, sta male. Da questa mattina sta male; è caduta; pare si sia rotta qualche cosa dentro la testa. Il sangue le cola dal naso.
— Cosa mi dici, Paulo! C’è pericolo?
La voce, nel buio, risonava allarmata e nello stesso tempo incredula. Egli proseguiva, imitando a sua volta la voce ansante della serva:
— È stato questa mattina, dopo la lettera. Poi, durante il giorno, è stata pallida, senza voler mangiare; e stasera il male le è tornato: ha delle convulsioni.
Sentì che esagerava e si fermò: la ma-