< Pagina:La madre (1920).djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

— 225 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La madre (1920).djvu{{padleft:235|3|0]]prima di muoversi; ed egli ne sentì d’un tratto una infinita pietà: avrebbe voluto scendere fino a lei, assolverla, porgerle la comunione come ad un’agonizzante. Aveva raccolto anche lui il suo coraggio; ma le sue dita tremavano nell’avvicinare la particola alla bocca delle donne.



Appena finita la comunione, un vecchio paesano intonò un canto religioso. I fedeli accompagnavano a mezza voce i versetti, e a voce spiegata ripetevano due volte l’antifona.

Era un canto primitivo e monotono, antico come le prime preghiere degli uomini nelle foreste appena abitate; antico e monotono come il battere delle onde al lido solitario; ma bastò quel mormorio attorno alla sua panca nera, perchè Agnese avesse l’impressione di essere davvero a un tratto, dopo un’affannosa corsa notturna attraverso una foresta primordiale

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.