Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 66 — |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La madre (1920).djvu{{padleft:76|3|0]]più umilianti della sua adolescenza. Eppure ella serviva per lui. Nei giorni di confessione e comunione, i superiori lo costringevano ad andare a baciarle la mano per chiederle perdono delle mancanze commesse. Quella mano ch’ella si asciugava rapida con lo strofinaccio odorava di lisciva ed era tutta screpolata come un muro vecchio; egli provava vergogna e rabbia nel baciarla, ma domandava perdono a Dio di non poter chiedere perdono a lei.
Dio anzi gli si era rivelato così, come nascosto dietro sua madre nella cucina umida e fumosa del Seminario; Dio che sta in ogni luogo, in cielo e in terra e in tutte le cose.
Nelle ore di esaltazione, quando con gli occhi spalancati nel buio, nella sua cameretta, pensava meravigliato «io sarò prete; io potrò consacrare l’ostia e farla Dio», pensava anche alla madre, e, da lontano, non vedendola, l’amava, riconosceva che a lei risaliva la grandezza sua stessa, a lei che invece di mandarlo a