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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La madre (1920).djvu{{padleft:87|3|0]]della vita è di proseguire la vita, e a lui lo impedivano, e questo impedimento aumentava lo stimolo del suo bisogno.
Ma poi ricordava che il piacere gli lasciava, dopo goduto, disgusto e angoscia. Che era dunque? No, non era la carne che chiedeva di vivere; bensì l’anima che si sentiva chiusa nella carne e voleva liberarsi dalla sua prigione: nei momenti dell'ebbrezza suprema di amore era l’anima che fuggiva in un rapido volo, per ricadere tosto nella sua gabbia: ma le bastava quell’attimo di liberazione per intravedere il luogo dove sarebbe volata alla fine della sua prigionia, quando la muraglia della carne crollerebbe per sempre: luogo di gioia infinita, l’infinito.
Infine sorrise, triste e stanco: dove aveva letto tutte queste cose? Certo, le aveva lette: non pretendeva di pensare cose nuove. Che importa? La verità è sempre stata la stessa, eguale entro tutti gli uomini come è eguale il loro cuore.
Egli si era creduto diverso dagli altri uomini, in esilio volontario, degno di star