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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La madre (1920).djvu{{padleft:92|3|0]]il prete chiudeva gli occhi come non vedesse bene attraverso quella nebbia: indi aggrottava la fronte. Pareva scontento dello scarso numero dei fedeli, e che ne aspettasse altri. Qualche ritardatario infatti arrivava: arrivò in ultimo anche la madre, ed egli si fece pallido fin sulle labbra.
La lettera era dunque consegnata, il sacrifizio compiuto: un sudore di morte gli inumidiva le tempia; e quando consacrò l’ostia gemette tra sè:
— Dio mio, vi offro la mia carne, vi offro il mio sangue.
E gli parve di veder la donna, anche lei col foglietto in mano come un’ostia consacrata: leggeva e cadeva a terra tramortita.
Finita la messa s’inginocchiò stanco, recitando con voce monotona una preghiera in latino; i fedeli rispondevano, ed egli provava un’impressione di sogno, un desiderio di buttarsi giù bocconi ai piedi dell’altare e dormire come un pastore sulla nuda roccia.
Vedeva tra il fumo dell’incenso, dietro il vetro della nicchia, la piccola Madonna