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La maestrina degli operai 13

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di sotto al quale s’apriva una

fontana di parole inesauribile, che qualche volta pareva che s’ingorgasse all’orifizio, e non potesse uscire per la troppa furia.

Baciata l’amica, le disse quello che aveva già fatto nella giornata: aveva girato l’ingirabile: s’era levata alle sette, era andata a trovare una sua amica francese, monaca, maestra nell’istituto del Sacré-Cœur, a chieder notizie d’un’altra malata, maestra nell’istituto Faconti, a raccomandare un ragazzo a don Bosco, all’Oratorio di via Cottolengo; poi aveva portato un articolo d’un’amica alla direzione dell’Unione degl’insegnanti e dato una corsa, per un suo affare, alla Società del canto corale, di cui faceva parte. — Dopo questo — concluse — ho

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