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146 | La maestrina degli operai |
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XV.
Insomma, è domato! — disse in cuor suo la maestra. Non aveva più da temere nè insulti nè violenze, poteva girar tranquillamente per il paese, era libera, era contenta, ed anche un poco altera dell’opera sua. E con questi pensieri non titubò un momento a uscir di casa sola il giorno dopo, sull’imbrunire, quando venne un ragazzo con le chiavi del quartierino della maestra Latti e con un biglietto, scritto a matita, col quale la sua amica la pregava di prender nella camera certi medicinali e di portarglieli in paese, in casa del fornaio, dove s’era ricoverata, essendole
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