< Pagina:La maestrina degli operai.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
168 La maestrina degli operai

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La maestrina degli operai.djvu{{padleft:169|3|0]]gia; dal quale, passando una sera in mezzo ai banchi, le parve di sentirsi strisciar la veste con la mano. I soli che rimanessero immutabili erano il Perotti, con la sua onesta barba di buon padre di famiglia, che trattava sempre la maestra col rispetto d’un vecchio servitore; quella specie di bruto dello zio Maggia, sempre ostinato a studiare, e curvo sul banco come un animale affamato alla greppia, e il socialista Lamagna. Questi, senza dimostrare alcun ossequio alla maestra, che considerava come una compagna di officina, pareva che fosse infastidito della mala condotta dei suoi condiscepoli, e dava dei segni di disgusto alle loro escandescenze più grossolane; perchè, secondo lui, l’operaio avrebbe dovuto

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.