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186 | La maestrina degli operai |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La maestrina degli operai.djvu{{padleft:187|3|0]]più fisso e più sinistro, come se col sentimento ch’essa gl’ispirava maturasse gradatamente in lui il proposito d’un delitto. Un gran tumulto di idee e di sentimenti seguiva nel suo piccolo cranio e nel suo cuore esasperato di ribelle al mondo: un fastidio crescente di sè; un disprezzo sempre più iroso dei propri eguali; un’acre ambizione d’essere educato, istruito, ben vestito, ricco per effetto di un colpo di fortuna, o d’audacia, o d’un miracolo; un mostruoso avvicendarsi, quand’era davanti a lei, di concupiscenze violente, di impulsi dì pietà, di fantasie affettuose o feroci o lascive, di subitanei rivolgimenti dell’animo, per cui ora l’avrebbe insultata e percossa come una donna da trivio, ora si sarebbe umiliato, avrebbe