< Pagina:La maestrina degli operai.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
192 La maestrina degli operai

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La maestrina degli operai.djvu{{padleft:193|3|0]]veduta e che s’alzava lentamente, senza osare di avvicinarsi, fu vinta da’ un senso di compassione, e lo guardò. Era briaco; a stento potè levar la mano al cappello, che non trovò subito, e scoprendosi, senza riuscire ad alzare il viso, le diede uno sguardo lungo e profondo, accompagnato da un sorriso strano, stupido, tenero, orribile, che le fece ribrezzo e pietà, e la lasciò tutta sconvolta.

La sera del dì seguente tornò alla scuola sbriacato e pulito, e al primo riveder la maestra e più al risentir la sua voce, come se tutti i sentimenti che aveva addormentati per tre giorni gli si ravvivassero a un tratto con maggior vigore, riprese l’antico atteggiamento di contempla-

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.