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194 | La maestrina degli operai |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La maestrina degli operai.djvu{{padleft:195|3|0]]sua voce in mezzo a quelle di vari altri, che passarono cantando nel campo dietro la scuola, e s’allontanarono nell’aperta campagna; e la mattina dopo, appena levata, fu tutta stupita di vederlo seduto nel fosso del viale, sotto la sua finestra, con la schiena appoggiata all’albero e il mento sul petto, che dormiva, in mezzo al ghiaccio. Poi tornò a scuola una sera, ubbriaco e insonnolito, e stette per due ore immobile, con gli occhi lustri, in una specie d’ammirazione stupida e infantile d’un suo nuovo vestito color cinerino. Si riscosse verso la fine, furibondo contro un ragazzo che aveva lanciato una pelle di topo sul palco, ai piedi della maestra. Questa, all’uscita, sentì un gran tumulto, e riseppe la mattina