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La maestrina degli operai 209

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La maestrina degli operai.djvu{{padleft:210|3|0]]sione che i ragazzi imparassero la musica, li ammaestravano faticosamente a cantar dei cori senza ispirazione e senza vita, delle nenie funebri, che addormentavano cantori e uditori; voleva promuovere una sottoscrizione per fare un dono d’onore a una maestra cieca, bellissima, dell’Istituto d’Azeglio, un angelo di grazia e di bontà.... Infine, quando si fu sfogata, interrogò e stette a sentire con grande attenzione l’amica, che le disse minutamente tutto quello che era accaduto e che essa temeva.

Ma, ahimè! fosse per una cattiva disposizione segreta di lei, o per la natura pericolosa dell’argomento, la conversazione doveva durar poco e finir male.

Quand’ebbe inteso tutto, ella mise

   De Amicis.   27 
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