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La maestrina degli operai 223

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La maestrina degli operai.djvu{{padleft:224|3|0]]togli dalla sua stretta. In un baleno, si sentì serrata alla vita, poi alle braccia, poi alle spalle, e respirò l’alito di quella bocca che cercava il suo viso: resistè con tutte le sue forze puntandogli le mani sul petto, si contorse, si dibattè, cercò di sfuggirgli inginocchiandosi, udì la sua voce rauca: — Un bacio.... un bacio.... un bacio, nel nome di Cristo! — La lotta durò qualche momento disperata, in quel buio odorato d’incenso, rotta da aneliti ardenti e da singhiozzi strozzati.... Quando sonò un passo vicino, dentro la chiesa: egli la lasciò, ella si lanciò fuori.

Aveva appena infilato il viale, raggiustandosi il cappuccio con le mani convulse, che risentì la voce di lui nella nebbia, dietro di sè, una voce

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