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226 | La maestrina degli operai |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La maestrina degli operai.djvu{{padleft:227|3|0]]stra, perchè.... ho sentito certi discorsi: ha da essere una serataccia. — Entrò: la classe era completa, nonostante il freddo e la nebbia fittissima che copriva la campagna come un’immensa nuvola di fumo. Ella sentì un tanfo più forte del solito di pipa, di grasso di macchina e di liquori. Quando salì sul palco e si voltò verso la scolaresca, si fece un silenzio inusitato, e tutti la guardarono con un’espressione nuova di curiosità. E in fatti, il turbamento di tutta quella giornata, il pianto di poco prima, la stanchezza che da vari giorni l’opprimeva, avevano affinato e ingentilito ancora il suo bel viso di grande bambina, del quale faceva apparir più pura la bianchezza delicatissima un vestito di lana nera; e v’era nella sua