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La maestrina degli operai 237

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La maestrina degli operai.djvu{{padleft:238|3|0]]stuono confuso di grida e di passi concitati. La maestra uscì dalla scuola, tenendosi ai muri, e salì nella sua camera, dove udì le voci di spavento della Baroffi e della Latti dalla camera vicina. Le grida e i passi di fuori pareva che s’allontanassero. Riprendendo animo, corse ad aprir la finestra e s’affacciò. La nebbia fittissima nascondeva ogni cosa. Essa vide per terra, davanti alla scuola, al chiarore del lampione, dei cappelli sparsi e un randello. Più in là era un’oscurità densa e misteriosa, da cui uscivano delle grida come spente, che ora parevan lontane, ora vicine, come di gente che s’inseguisse girando. — Di qui! — Piglia di là! — Addosso! — Boia! — Avanti! — Bucatelo! — Tre o quattro ombre passarono cor-

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