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La maestrina degli operai 43

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tica con cui la leggeva, quando

poteva, gesticolando come un naufrago che chieda soccorso. Aveva, anni addietro, pubblicato un polpettone di libro di lettura che era da capo a fondo un vero e proprio magazzino d’oggetti di furtiva provenienza, sul quale aveva fatto stampare: — diritti di proprietà riservati — ed ora, in quel suo romitaggio, andava accumulando i frutti d’un vasto e infaticato saccheggio, per quando sarebbe ritornata a Torino. Era soltanto impensierita della pinguedine crescente e del raffittire dei capelli grigi, che, secondo lei, avrebbero nociuto alquanto ai suoi buoni successi avvenire.

L’osservazione della Varetti la punse un poco.

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