< Pagina:La maestrina degli operai.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

La maestrina degli operai 61

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La maestrina degli operai.djvu{{padleft:62|3|0]]in mano, gli uomini pestando i piedi pel freddo, i ragazzi facendo un gran rumore di zoccoli, e tutti, nell’entrare, volgevano uno sguardo di viva curiosità alla nuova maestra; alcuni anche si soffermavano un momento; e via via che s’infilavano nei banchi, esprimevano a bassa voce ai vicini, sorridendo, la loro impressione. Erano alunni di ogni età, dai dodici ai cinquant’anni: operai della fabbrica di ferramenti e di quella d’acido solforico, operai d’una conceria, muratori, contadini, pastori, di quelli che scendono dalle Alpi a svernare a Torino con le bestie, per vender latte e formaggi, o spalar la neve: capigliature irte o arruffate, barbe incolte, visi neri, cravatte rosse, camice sudicie, rozze giacchette gonfiate dalle doppie sot-

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.