Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
La maestrina degli operai | 69 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La maestrina degli operai.djvu{{padleft:70|3|0]]guardò. Delle molte grinte di monelli ch’ella aveva visto uscir dalle fabbriche, quella era senza dubbio la più invetriata: aveva degli occhi in cui scintillavano tutti i vizi, un mezzo naso voltato in su, che era un’insolenza incarnata, una bocca su cui s’indovinavano le oscenità, senza che parlasse, la pelle cinerea, il corpo lungo e scarnito, un po’ curvo, e il sorriso cinico del ragazzo che ha già percorso un gran tratto su tutte le vie che menano allo spedale e alla prigione. Da costui ella scese con l’occhio al primo banco; ma, veduto appena di sfuggita il Muroni, girò lo sguardo dalla parte opposta, volgendo l’attenzione agli alunni che leggevan tutti insieme le sillabe della lavagna, compitando e cantando come