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76 La maestrina degli operai

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La maestrina degli operai.djvu{{padleft:77|3|0]]gola, ai calzoni stretti che s’allargavano a campana sul piede, ai larghi polsini di colore che coprivan mezze le mani si riconosceva il tipo del barabba ambizioso, misto di bellimbusto e di brigante, divorato da mille appetiti e non contenuto da altro freno che da quello della povertà, pronto in qualsiasi ora a qualunque cimento e a ogni più audace birbonata. L’atteggiamento della sua persona, impostata di sghembo, con una spalla più alta dell’altra, il balenìo intermittente degli occhi, l’intonazione della voce rauca manifestavano un orgoglio smodato e selvaggio, che, non trovando altra via, si sfogava in un disprezzo beffardo di tutti e d’ogni cosa; di quei disprezzi di malfattori che vanno di sotto in su, crescendo gradatamente, dalla pol-

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