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108 | la pastorizia, |
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Ardito era toccar pietoso il figlio;
Chè sospettò negli animai trasfuso
De’ suoi cari parenti il sangue e l’alma.
360Ma sdegnando brutal forma lo spirto
Irrequïeto, e il vile scambio, al cielo
Dalla Prima Cagion sorge, chiamato
Ad abitar le sfere; e dentro ai campi
Della luce si avvolge, e segue il carro
365Cogli altri Iddii del sempiterno Giove.
Quei che pria di tosar la bianca lana
Ne’ lavacri condotto ha la sua greggia,
Segua, rasa che l’abbia, a rimondarla.
E pria dai groppi la divida, e scevri
370Dalle paglie minute, e ben la scuota
Dell’ingenita polvere, e da quanto
Il lungo uso del gregge la fe’ brutta.
Poi tepid’onda in gran vasi apparecchi
Ove ammollarla; chè il tepor la solve
375D’ogn’unto, in cui la fredda acqua non puote
E via sovresso vaneggiar vedrai
Rigirandosi il crasso olio, condotto
A sommo; e se vi mesci il grave-olente
Pe’ congeniti sali umor che fonde
380Nelle implicate reni l’uman sangue,