< Pagina:La pastorizia.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
118 la pastorizia,

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La pastorizia.djvu{{padleft:127|3|0]]

Il suo troppo vigor si disquilibra,
E segreta una smania urta e combatte
La vital forza. Le oppilate nari
120Mandan sangue: interrotto dai precordj
Move affannoso il respirar: spumeggia
La bocca, e in sangue appar l’occhio vermiglio.
Al concetto calore apri una via,
E gli ardor tempra col ferir le vena
125Giù nella bifid’unghia o a le mascelle;
Chè se tardi è il soccorso, ognor più denso
Torpe il sangue nel gravido cerébro,
E il senso istupidisce; o le barriere
Dirompendo veloce, in ampio lago
130Lo affonda e preme e in rio letargo avvolge.
Se campar dal periglio ami il tuo gregge,
Di pingui erbe sii parco, e dell’amato
Sale; abbondevol sempre onda di fonte
Lo disseti alla state; e i ben pasciuti
135Agnelli esercitando, ogni dì mena
Sovr’aerie colline, ed a lontani
Paschi, ’ve più l’erbette appajon rare.
Quando ferve la quarta ora del giorno
Li ritraggi al coperto, o dove scende
140Rimota opaca valle, o dove negra

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.