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libro sesto. 131

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Estenuata, a sostener non vale
430Più la fatica del cammin, nè il carco
Delle nodrici; e il freddo ognor più addentro,
L’aggela e istupidisce, e gemebonda
Presso all’agnello, inutil pondo giace
Di labili ossa, e rio digiun sopporta.
435Nel debil corpo allor sorge diverso
Di morbi assalto, e in un col figlio a morte
Va tosto, se miglior vitto all’inferma
Non si studj sollecito, e ritragga
Al primo stato. A lei dinanzi appresta
440Molli farine in tepid’onda, e molto
Mescendole da prima, sì che bianca
S'alzi la spuma, e il presso latte agguagli,
Liberal le disponi entro l’ovile.
Dolce de’ corpi allor nelle segrete
445Intime parti il buon tepor si mesce,
E gli aggrezzati visceri ristora
Di nuova vita: e misto a la bevanda
Il glutine disciolto (ond’è la pingue
Cereal messe a tutte l’altre innanzi)
450Si devolve allattando ogni fibrilla,
E irrora i seni dilicati e molce;
Nè al digerir d’assiduo lavoro

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