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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La regina delle tenebre.djvu{{padleft:146|3|0]]aveva sentita tutta la sua disgrazia. Non poter andare alla festa mentre ci andavano anche i mendicanti; non poter esprimere il suo desiderio, non poter neppure parlare!

Tutto ciò accresceva il suo odio e la sua ripugnanza per Mattia. Ella piangeva di rabbia, quando pensava a lui stringeva i pugni, sputava, lo ingiuriava continuamente fra di sè. E se lo vedeva gli voltava le spalle e impallidiva d’odio.



Intanto giunse la Pasqua, passò; cominciarono i preparativi per la festa.

Si fecero le focacce dolci ed il pane, fu portato l’agnello dall’ovile, si comprarono le arancie, il vino, il nasco[1], s’estrasse il primo miele. Sarra rodevasi di desiderio e di rancore: sapeva che Mattia non sarebbe andato a San Costantino e ciò accresceva la sua voglia.

La notte precedente la festa, la ragazza dormì poco e pianse: poi sognò che anch’ella era andata alla festa e che ballava con un

  1. Vino bianco sardo, dolcissimo e forte.
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