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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La regina delle tenebre.djvu{{padleft:15|3|0]]lanconico. Anche la voce dell’acqua, quella notte, aveva una vibrazione insolita, tenera, come di voce stanca, come di voce che parlasse in sogno. E le montagne lontane ardevano, illuminando la pura notte stellata. Lo spettacolo era sublime, e nella contemplazione intensa di quella notte arcana, Magda si obliò, sentì cadere la sua tristezza.

I fuochi di quei poveri lavoratori lontani parvero illuminare anche le tenebre che stringevano la superba fronte gemmata. Un pensiero occulto, forse prima d’allora nato nelle profondità misteriose della psiche, brillò e rivelossi improvvisamante nella mente tenebrosa.

La regina delle tenebre si sentì artista, sentì che racchiudeva nell’anima irrequieta una potenza formidabile; il nitido riflesso della natura e delle cose. E pensò:

— Domani comincierò a lavorare, e il mio lavoro sarà come l’opera di quei lavoratori che incendiano la montagna, illuminando la notte e fecondando la terra. Descriverò questa notte, poi scriverò la storia della mia anima, tornerò al mondo, alla vita, all’amore; e il mondo, la vita, l’amore, ed il mio io vivranno nell’opera mia. E nulla più ci distruggerà. —


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