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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La regina delle tenebre.djvu{{padleft:45|3|0]] donna. Ma badi che se non saprà vigilar lei, vi sarà altri che vigilerà. —
Il Lauretti s’alzò anch’esso, senza rispondere, senza offendersi. Per confonderlo e convincerlo, Matteo gli mostrò la lettera di Luigina. Egli la lesse con interesse, ma poi osservò:
— Vede bene che anch’essa promette di trattar bene il bimbo d’ora in avanti. —
Matteo provò un disperato disgusto, ma tutto il suo sdegno e la sua collera caddero davanti a quell’uomo forse più disgraziato che ignobile.
— Mi lasci il bimbo a pranzo, oggi, — disse cortesemente, — glielo riporterò io.
— Sarà meglio così, sì grazie — rispose l’altro inchinandosi.
— Mi permetterà almeno di vederlo spesso?
— E di vigilarlo anche, — disse il Lauretti ridendo, e avviandosi verso l’uscio.
Anche Matteo rise a fior di labbro e mormorò confuso:
— Anche... anche... —
Sulla porta si toccarono freddamente la mano: il Lauretti s’inchinò di nuovo, ringraziò ancora e se ne andò tranquillamente.
Allora Matteo entrò dal bambino, lo prese sulle sue ginocchia e lo contemplò a lungo;