< Pagina:La regina delle tenebre.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

— 50 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La regina delle tenebre.djvu{{padleft:56|3|0]] il resto, dopo quanto mi dici, non m’importa nulla.

— Ebbene ti presterò le mie scarpe, il mio cappotto, le mie uose.

— E anche il giubbone e la berretta?

— Tu vuoi dunque tutta la veste?

— Se tu vuoi darmela.

— Ma... e allora... qualche cosa...

— Si capisce, ti comprerò qualche cosa. Cosa vuoi che ti compri?

— Quello che vuoi tu. —

Per qualche tempo zio Chircu Barabba si sentì meno infelice di prima.

Pensava alle belle cose che si sarebbe comprate; agli scarponi, alla veste, all’accetta nuova. Anche roba da mangiare avrebbe comprato, del pane, del lardo, del vino. In fondo in fondo sentiva un po’ di scrupolo e di paura, ma dopo tutto era cosa trovata, e, caso mai, egli credeva ingenuamente che sarebbe bastato dir la verità per liberarsi di ogni molestia. Ogni volta che il compagno veniva a prender le legna lo incoraggiava, e una volta giunse a dirgli che se infine aveva paura sarebbe andato lui.

Ma zio Chircu, dopo gl’imbrogli della legna, non volea fidarsi, e preferì recarsi egli stesso a Nuoro.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.